domenica 24 gennaio 2010

"ANCHE I PULCINI SANNO CONTARE"

Qualche giorno fa, sfogliando il quotidiano “Il Mattino” del giorno 16 gennaio, fui colpita da un “corsivo” in prima pagina che commentava una notizia a dir poco curiosa. Il corsivo, a firma di Giuseppe Montesano, era intitolato: “Meno male che i pulcini sanno contare”. L’ho letto e subito dopo sono andata su internet alla ricerca della notizia originaria trovata su ANSA.IT – SCIENZA E MEDICINA e ve la riporto testualmente.

Se al liceo il prof. di matematica ti dava del “cervello di gallina”, non prendertela: è meno offensivo di quanto pensi! (Irene Zreick, 22 aprile 2009)


...E se al prossimo compito di matematica  copiassi da lui?
...E se al prossimo compito di matematica copiassi da lui?
PADOVA - Non è una novità in senso assoluto, ma… è una notizia che non mancherà di far discutere: i pulcini sono in grado di contare, preferiscono farlo da sinistra verso destra, ma riescono anche a identificare un oggetto tra molti. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio di ricercatori delle Università di Padova, Trento e del Saskatchewan in Canada, pubblicato sulla rivista della Royal Society “Biology Letters”.
La ricerca mostra come uccelli di due diverse specie – pulcini di pollo di 5 giorni e nocciolaie di Clark adulte – riescano a identificare, in base alla sua posizione ordinale, un oggetto inserito in una fila contenente 16 oggetti identici tutti allineati e disposti perpendicolarmente di fronte all’animale (in modo che il primo sia il più vicino e il sedicesimo il più distante). Ma non basta: il risultato di rilievo è che gli animali hanno identificato l’oggetto nella posizione corretta anche dopo che la fila era stata ruotata di 90 gradi (in modo che entrambi gli estremi della serie fossero equidistanti dall’animale). Entrambe le specie hanno riconosciuto l’oggetto cominciando a ‘contare’ dall’estremità sinistra. La ricerca dimostrerebbe come queste due specie di uccello preferiscano identificare un certo oggetto in una serie di esemplari identici a partire dall’estremità sinistra piuttosto che destra della serie stessa, analogamente a quanto succede per gli esseri umani che contano da sinistra verso destra. “Riteniamo che siano necessarie ulteriori indagini per capire la natura della propensione sulla scelta riportata in questo studio – sottolinea la prof. Lucia Regolin, docente del Dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova e tra gli autori della ricerca -, anche se risulta arduo al momento fare un paragone diretto con la linea numerica mentale umana: indagini in tale senso potrebbero fare luce sulla possibilità che i due fenomeni abbiano un’origine evolutiva comune”.

Questo è il video di uno degli esperimenti: Confinati in una gabbietta, privati di ogni esperienza, se non l’esposizione a cinque palline di plastica gialla, i piccoli del pollo domestico hanno dimostrato di sapere contare gli oggetti di imprinting. Gli scienziati hanno suddiviso le palline, sotto gli occhi dei pulcini, in due insiemi di numerosità diversa, che hanno poi nascosto dietro uno schermo. Lasciati liberi di muoversi, i pulcini si dirigono sistematicamente dietro lo schermo dove si trova l’insieme più numeroso.
Questa la notizia, ma ancor più curioso il “corsivo” di cui parlavo all’inizio a firma di Giuseppe Montesano. E’ scritto in maniera abbastanza divertente e l’autore, partendo dai pulcini, continua con un’amara, ma allo stesso tempo divertente, considerazione sui loro figli e sulle loro aspirazioni future.
Lo sottopongo alla vostra lettura.
Con l’aria di chi non può credere a una cosa meravigliosa, Francesco Cuore sbatte la mano sul giornale, eccitato. La scienza è veramente grande! Lo sappiamo che cosa hanno scoperto i ricercatori? «Che i pulcini sanno contare!
pulcini
Avete capito? Contano fino a sedici! E da sinistra a destra, proprio come gli esseri umani…» «Vabbuò, e che vuol dire? Pure mio figlio Piero sa contare fino a sedici, però mica è un essere umano…»
E poi i pulcini contano già a cinque giorni, e suo figlio Piero tiene sedici anni. E Sasà Tomo alza le spalle, amareggiato. «Ma no! Tu esageri sempre! L’importante sono gli interessi che hanno i giovani, le passioni, le curiosità… Capisci? È importante come si vedono proiettati nel futuro… Sasà, che vuole fare tuo figlio?» «Il tronista.» «Il tro… Proprio quel tronista nel programma televisivo di… Il tipo che sta là con tutte le tipe attorno che sbavano e lui prende e mette i piedi in testa ora a una ora a un’altra?…» «Esatto. Proprio quello. In persona.» Genny fissa la tazzina del caffè, non sa che dire. Ma Sonia Tolla scoppia a ridere. E questo sarebbe un problema? Che il figlio di Sasà Tomo vuole fare il tronista? E sa pure contare fino a sedici? Ma allora il figlio di Sasà è Einstein! «Sasà, tuo figlio è un grande! Tuo figlio guarda lontano! Tuo figlio tiene grandi progetti!» «Ma perché, scusa, tua figlia che vuole fare?» «Susy? Susy si stanca a fare la matematica, il latino, la biologia, l’informatica, l’italiano, si stanca a scrivere, a leggere, a sentire, si stanca a fare tutto. E vuole lasciare la scuola per fare la tipa che si fa mettere i piedi in testa dal tronista! Se sa contare? Sì, fino a dieci milioni, però conta solo gli euro…» Alle parole di Sonia la discussione si accende. Secondo Lilla Cuomo un lavoro è un lavoro, e di questi tempi uno sputa su un lavoro sicuro di tipa che si fa mettere i piedi in testa dal tronista? In fondo che male c’è? Vai in televisione, i vicini ti invidiano, ti vanti a destra e a sinistra: una bella vita! Genny è d’accordo con Lilla Cuomo, e confessa di essere invidioso di Sonia: la figlia sì che ha dei progetti! Ma suo figlio? Suo figlio Paco dice che lui non vuole fare niente, e, al massimo, vuole vivere di rendita con la pensione del padre e della madre. «Scusa, toccando ferro: e se poi morite presto?» «Se moriamo presto, Paco dice che lui va dall’avvocato, gli dà una bella mazzetta di soldi e trova il sistema di farsi fare la reversibilità della pensione…» «E sei fortunato!» «Fortunato?» «E certo! Io ho visto i gemelli che si facevano i conti di quanto gli veniva in tasca a testa dall’assicurazione sugli incidenti in casa se io morivo subito! Da allora mi chiudo sempre a chiave e faccio assaggiare gli spaghetti a mia moglie…» L’avvocato Furt picchietta con le dita sul tavolino, nervoso. Forse si deve chiudere anche lui a chiave? Lui a suo figlio Giampi gli ha comprato la licenza elementare, la licenza liceale, la laurea, il Ferrarino e uno studio nuovo con praticanti e segretarie a Posillipo. Risultato? I clienti gli hanno detto che o Giampi smette per sempre di esercitare o gli mandano un killer a ucciderlo. E ora suo figlio quando lo vede fa «pà pà» con la mano a forma di pistola, gli chiede se ha già fatto testamento, poi dice che sta scherzando e si va a prendere l’aperitivo con gli amici a piazza Vanvitelli. Ma Anna Manna lo interrompe, indignata. Non si pensano, queste cose! Ma che colpa tengono questi bravi figli? «Avvoca’, e ghià, i giovani si devono divertire…» «E se non lo fanno adesso quando lo devono fare?» «Si devono sentire inferiori agli altri? Mai! E allora ci dovete comprare il Ferrarino…» «E pure stu studiare! A che serve?» «A niente! Io tengo la licenza elementare, ma coi cartoni per le pizze mi so’ fatto la villa a Maiori!» «Io so’ analfabeta, però evado le tasse una bellezza…» «Troppa cultura inaridisce il cuore…» «Chi studia è infelice…» Nel sollievo generale, solo Francesco Cuore si è depresso, e si chiede se è un buon padre. Suo figlio non solo sa contare meglio del pulcino, ma conosce anche Leopardi e le equazioni! Sarà infelice?” (Giuseppe Montesano)

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