martedì 6 luglio 2010

In estate aumentano gli omicidi familiari?








Da tempo si sa che il caldo forte che scoppia
all'improvviso faccia male, ma che addirittura sconvolga il cervello umano di alcuni e porti agli omicidi, questo no.Ciò è  dimostrato dalle notizie  sugli omicidi commessi in questo periodo, riportate sui quotidiani esempre più frequenti in estate, specie da parte degli uomini nei confronti delle loro ex o familiari.


Ho trovato in rete questo interessante articolo, a firma di Francesco Chieppa, che meglio ci potrebbe far capire cosa succede nel “misterioso” ambito del cervello umano in taluni casi.


“L’estate costituisce da sempre la stagione dei delitti. Quando il clima si surriscalda e la colonnina di mercurio impennandosi segna valori tipici da solleone mediterraneo, ecco spuntare i primi macabri rinvenimenti di morti ammazzati in modo violento, spesso efferato. Ricorrentemente le vittime di questi ferali episodi di cronaca nera sono donne e quasi sempre sono il sesso e la violenza sessuale a costituire il movente della consumazione del reato, causa di improvviso raptus omicida. Tuttavia non sempre c’è lo zampino della dea Venere in questi misfatti, mentre comune denominatore restano le temperatura stagionali molto elevate, causa di stress e di una minore efficienza – secondo gli esperti – dei centri nervosi che governano le pulsioni aggressive. In sostanza con le elevate temperature ambientali il livello individuale di autocontrollo subirebbe un drastico ridimensionamento, tanto da spingere i soggetti più vulnerabili e violenti ad una maggiore impulsività di comportamenti ed azioni. Ma vediamo di ricordare gli episodi di cronaca nera che d’estate hanno imbrattato di sangue i media, notoriamente a corto di notizie in periodo di solleone e quindi sempre ben disposti a concedere tanto spazio a questa tipologia di fatti che suscita la curiosità morbosa di molti potenziali lettori e acquirenti della carta stampata.


Molti di questi delitti consumati d’estate hanno, come accennato, una matrice sessuale.
L’estate, nell’immaginario collettivo, è la stagione del divertimento, della trasgressione, di un corpo più libero e più svestito del solito, di eccessi vacanzieri di vario tipo che terminano con il ritorno a casa ed il rientro nella sobria routine quotidiana. Questi luoghi comuni, sublimati dall’odierna società dei consumi sempre più a corto di valori morali, etici e spirituali ed incline all’edonismo ed alla totale liberalizzazione di comportamenti e costumi, sono una ulteriore causa psicologica dell’affievolimento dell’autocontrollo individuale sulle pulsioni, dell’emergere prepotente ed improvviso di una istintualità ordinariamente sopita dalla ragione e dalle convenzioni sociali. Non sempre però la fantasia ed i vagheggiamenti onirici sono in grado di sposarsi con la realtà, ed allora accade il fattaccio che guadagna le prime pagine dei media.


I delitti dell’estate sono in genere consumati con armi improprie, tra le quali prevale nettamente il coltello. Non è retorico considerare che se oggi si uccide di più, si stupra di più, ci si appropria indegnamente ed in modo violento di esistenze che non ci appartengono, questo è da mettere in relazione con una perdita assoluta di valori. I valori in ogni società civile dovrebbero costituire un baluardo sociale di serena convivenza; indicare il confine tra il lecito e l’illecito, il bene ed il male. Demarcare il limite invalicabile tra la propria e l’altrui libertà.


In passato – testimoniano i più anziani – certi fattacci avvenivano di rado e quando accadevano facevano così tanto scalpore da restare per mesi sulla bocca della gente. Oggi noi siamo talmente avvezzi ad efferati episodi di cronaca nera che si susseguono spesso addirittura con cadenza quotidiana, da non farci quasi più caso. L’indifferenza è la pericolosa anticamera di qualunquismo e disimpegno. Dobbiamo invece ritrovare una forte determinazione sociale, perché certi episodi possano rivestire il peso che effettivamente hanno. La vita umana è sacra ed ogni volta che si attenta ad essa, viene commesso un crimine gravissimo che è bene punire adeguatamente, perché la punizione certa ed adeguata possa costituire un concreto deterrente alla reiterazione del reato. Non sarà che alla diffusa perdita di valori da parte della società contemporanea si è per troppo tempo sposato un miope permissivismo dello Stato – ammantato di inconsistenti motivazioni sociologiche di buonismo e garantismo – che ha finito per tradursi in uno svilimento della percezione di gravità dei crimini contro la persona, attraverso l’erogazione di sanzioni giudiziarie sin troppo miti e spesso incerte? “




Ormai non si puo' piu' parlare di pura coincidenza o di casualita': con l'estate si registrano piu' omicidi e suicidi, delitti “familiari” che in altri momenti dell'anno sono meno numerosi. Cio' sarebbe dovuto, secondo gli psichiatri, da un lato al cambiamento di stagione, ma dall'altro all'avvicinarsi delle vacanze, entrambi fattori che negli individui con disturbi mentali finiscono con il provocare scompensi, reazioni forti, perdita di controllo, fino al gesto estremo.