La bara del tenente 36enne, Alessandro Romani morto per le ferite riportate in una sparatoria nella provincia di Farah venerdì scorso, ha fatto il suo ingresso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli avvolta nel tricolore e salutata da un picchetto d'onore, tra gli applausi della gente.
Alle esequie solenni, celebrate dall'ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi, hanno preso parte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, rappresentanti del governo e della politica e i vertici militari."Alessandro in Afghanisian voleva che gli ordigni non spegnessero più i sogni dei bambini, che le donne non fossero più sfigurate e lapidate, che gli uomini non fossero più legati su pali in attesa della morte, dinanzi agli occhi dei figli", ha detto Monsignor Pelvi nell'omelia.
Romani era rimasto ferito assieme a un collega durante l'operazione di cattura di alcune persone che poco prima avevano piazzato un ordigno sulla strada nel distretto di Bakwa.
Con la morte dell'incursore Alessandro Romani è salito a 30 il numero di militari che in questi anni hanno perso la vita nel Paese.
L'ultimo attentato mortale si era verificato a Herat lo scorso luglio, quando due genieri avevano perso la vita in un'esplosione durante l'operazione di disinnesco di un ordigno.