lunedì 8 febbraio 2010

“Viva viva il Carnevale, con il pepe e con il sale, la tristezza manda via e ci porta l’allegria!!!”

Siamo arrivati al periodo “clou” del Carnevale (ultima settimana) e, pertanto, vi propongo un video in cui vi auguro un fantastico CARNEVALE e vi invito, tutti in allegria, a BALLARE al suono di questo ritmo frenetico!!!!


….Ed ora (mi riferisco a coloro che come me non hanno più l'età per queste cose) mettetevi seduti, riprendete fiato e leggete alcune notizie sull’origine del Carnevale e su alcune delle principali maschere italiane!!! (notizie riprese dalla rete)



La parola deriva forse dal latino carrus navalis o dal latino tardo carnem levare, togliere la carne dalla dieta (in osservazione al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima); dal latino medievale carnem laxare, lasciare la carne, derivò anche la forma “carnasciale”, da cui il termine letterario quattrocentesco CANTI CARNEVALESCHI O CARNASCIALESCHI (”Canzone di Bacco” di Lorenzo il Magnifico – “Quant’è bella giovinezza che si fugge tutta via, del doman non v’è certezza…….”)
Pur non avendo il carnevale nessun collegamento con la liturgia cristiana, essendo un residuo di istituzioni pagane, tradizionalmente, coincide con i giorni precedenti alla Quaresima.
Quando Comincia e quando finisce
Secondo un proverbio bergamasco “Dopo Natale è subito Carnevale”. L’inizio del periodo del Carnevale varia da regione a regione. In alcune, appena dopo l’Epifania, in altre dopo la Candelora del 2 febbraio e più frequentemente dopo Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio. La fine invece, è sancita dalla data del martedì grasso, calcolata in base alla quaresima, che varia ogni anno secondo la Pasqua. La regola che fissa la data della Pasqua cristiana fu stabilita nel 325 dal Concilio di Nicea: la Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Di conseguenza essa è sempre compresa nel periodo dal 22 marzo al 25 aprile.
I festeggiamenti hanno origine molto remota e si ricollegano ad antichi riti pagani. Una forma di Carnevale esisteva nella Roma pagana: era la festa di Saturno. Per l’occasione venivano organizzati cortei al suono di strumenti molto rumorosi, con la partecipazione del popolo che si riversava nelle strade e nelle campagne e si ingozzava a più non posso di cibi e di vino. La maschera, attualmente segno di beffa, di trasgressione e di divertimento, nella civiltà precristiana, era considerata strumento atto a conferire a chi la indossava un potere sovrannaturale o la forza degli animali sacri. Solo in seguito all’ avvento del Cristianesimo i riti del Carnevale persero l’ originario carattere magico-rituale per diventare semplice occasione di divertimento popolare e simbolica affermazione dell’ ordine del mondo. Durante il Medioevo e il Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica. Il desiderio di far baldoria almeno una volta l’anno è sempre stato vivo nell’uomo, e così, a poco a poco, sia pure senza gli eccessi di prima, il Carnevale rifiorì.




ARLECCHINO: BergamoNato nella Bergamo bassa, Arlecchino mostra scarso intelletto ed è sciocco e credulone. Lo ritroviamo sempre nelle vesti del servo umile e del facchino. E’ una maschera acrobatica, dalla gestualità complessa: la sua parlata bergamasca è molto più complessa di quella di Brighella, in quanto arricchita da espressioni in altri dialetti.
BALANZONE: BolognaIl dottor Balanzone rappresenta il personaggio comico di un “dottore” soltanto di nome, a volte medico, a volte notaio. E’ una maschera presuntuosa, superba, amante di sproloqui, lunghe “prediche” con citazioni in latino quasi sempre fuori posto: quando comincia a parlare è quasi impossibile interromperlo e quando viene chiamato in causa sfoggia le sue dotte “cognizioni” di latino. Una delle caratteristiche del dottore è la sua obesità.
BRIGHELLA: Bergamo
E’ la maschera di un servo astuto, ingegnoso, che sa aiutare ma anche ingannare il padrone. Non ha scrupoli e si adatta a qualsiasi lavoro: può essere oste, soldato, primo servitore o ladro patentato, è il servo furbo della commedia dell’arte. Questa maschera è nata nella Bergamo alta e si distingue dal servo sciocco e cialtrone della Bergamo bassa. La sua parlata è in dialetto bergamasco ma con singolari accentazioni che rendono spiritoso il suo modo di parlare.

COLOMBINA: VeneziaServetta veneziana, è la fidanzata di Arlecchino, anche se lui non pare deciso a sposarla. E’ vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano. E’ molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, e pur di renderla felice è disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Colombina schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto.
GIANDUIA: TorinoSi muove con eleganza, agitando il suo caratteristico codino rivolto all’insù. Ama lo scherzo ed i piaceri della vita. Gianduia ha finezza di cervello e lingua arguta che adopera per mettere in ridicolo i suoi avversari. E’ un tipo pacifico e non cerca la rissa, né ama complicarsi la vita, ma non rinuncia al suo senso di schiettezza che fanno parte del suo carattere piemontese, gentile ma sincero. La sua generosità d’animo e l’innato senso di giustizia lo hanno sempre spinto dalla parte dei deboli e degli oppressi.MENEGHINO: Milano
Impersona un servitore rozzo ma di buon senso che, desideroso di mantenere la sua libertà, non fugge quando deve schierarsi al fianco del suo popolo. E’ abile nel deridere i difetti degli aristocratici. Meneghino é la tipica maschera dei milanesi e come loro è generoso, sbrigativo e non sa mai stare senza far nulla. Ama la buona tavola. Vestito di una lunga giacca marrone, calzoni corti e calze a righe rosse e bianche, cappello a forma di tricorno sopra una parrucca con un codino stretto da un nastro, ancora oggi, assieme alla moglie Checca, trionfa nei carnevali milanesi.
PANTALONE: VeneziaPantalone è un vecchio mercante, spesso ricco e stimato anche dalla nobiltà, mentre altre volte è un vecchio mercante in rovina. E’ un vecchio del tutto particolare perchè nonostante l’età è capace di fare le sue “avances” amorose che non si concludono mai in modo positivo. E’ un uomo di grande vitalità negli affari, al punto di sacrificare la felicità dei figli e l’armonia familiare pur di combinare qualche matrimonio vantaggioso.
PEPPE NAPPA: SiciliaPeppe Nappa presenta più di un’affinità con il Pierrot francese, sia per il costume che indossa che per alcuni aspetti caratteriali. Rappresenta un siciliano fannullone, intorpidito da un sonno perenne che lo costringe a sbadigliare continuamente. E’ il pigro servitore di un padrone che può essere un commerciante, un innamorato, o un vecchio barone. In realtà non svolge il suo lavoro in modo efficiente, anzi passa dal sonno,alla ricerca di cibo,aiutato da un fiuto infallibile, per tornare poi al suo mondo di sogni.
PULCINELLA: Napoli
Pulcinella è un servitore sciocco e chiacchierone. Assume personalità contraddittorie: può essere infatti tonto o astuto, coraggioso o vigliacco. E’ la personificazione del dolce far niente. Ha sempre fame e sete, il suo piatto preferito sono i maccheroni al sugo. Ha una gestualità vivacissima, tipica dei napoletani.

RUGANTINO: RomaRugantino è fanfarone e contaballe e rischia spesso di pagare di persona. E’ disposto a prenderne fino a restare tramortito pur di avere l’ultima parola. Rappresentò il tipo di popolano violento ma generoso, vero e proprio antenato del moderno bullo di periferia sempre pronto a sbeffeggiare il potere costituito e a difendere coloro che la miseria finisce col porre fuori legge. Il suo nome deriva da ” rugare” cioé brontolare, borbottare, come una pentola d’acqua che ribolle.